martedì 26 febbraio 2008

Damose da fà

Compagni, proseguite il vostro lavoro casa per casa, strada per strada”.

Così Enrico Berlinguer decise di congedarsi dal mondo, con queste parole da un comizio in quel di Padova, prima di venir colpito da un ictus che lo avrebbe portato alla morte.

Politica vuol dire realizzare”. Questo invece il motto di un altro grande della nostra politica, Alcide De Gasperi che pronunciò queste parole nel 1949 a Milano.

Ed è allora con queste due esortazioni che credo dobbiamo metterci in cammino. Su tanti fronti. Il primo dei quali si chiama campagna elettorale. È un cammino brevissimo, 45 giorni. Per questo è necessario un grande dispiegamento di forze, di impegno, di passione e di cuore: vedete, noi italiani abbiamo già visto cosa significa consegnare l’Italia alle destre, direi che tutti ci siamo accorti quali danni ciò abbia provocato in termini di sviluppo, di equità sociale e di produttività. Per questo ritengo che gli italiani non voteranno troppo facilmente per l’altra parte: piuttosto si asterranno. È questo il grande male che dobbiamo sconfiggere, il nostro vero avversario: l’astensione.

Dobbiamo dimostrare fattivamente e concretamente che il Partito Democratico è davvero l’unica risposta seria ed effettiva ai problemi del Paese: se guardiamo a cosa dicono gli esponenti del centro destra, tutti criticano Veltroni, nessuno che proponga, sono un po’ come dei pugili all’angolo: non hanno proposte se non quelle di contestare e criticare il passato governo e le idee del Pd, ma di loro idee, di loro programmi neanche l’ombra.

Per questo dico: crediamoci e sono sicuro che ce la faremo, per quanto i loro sondaggi dicano che sono in vantaggio: un consiglio, una volta che arrivino al 100% dei consensi si fermino, oltre non si può andare.

Ma tornando a noi dobbiamo sentirci chiamati ad una battaglia mediatica e pacifica per mostrare la bontà delle nostre idee e ribattere colpo su colpo alle esternazioni e alle critiche che piovono dal centro destra, perché arriveranno, vuote come al solito ma arriveranno, e noi mostreremo la loro fragilità.

Infine l’altro cammino che si sta aprendo, il nostro, quello più diretto a noi tutti: ovvero il Gruppo Giovani del Circolo del Pd di Corticella. Credo sia un’esperienza unica, una scommessa quasi impensabile fino a qualche tempo fa. Si sta rivelando l’esatto contrario: stiamo dimostrando che un progetto giovani è affrontabile, sostenibile e realizzabile. E la serata del 15 Marzo lo testimonierà, ne sono certo. E lo dico sulla base delle nostre facce, di quelle facce che sto vedendo finalmente animare il nostro circolo: nuove, giovani, vogliose di fare e di mettersi in gioco. Lo dimostra il fatto che alcune persone provengono da zone ben lontane, come Calderara o Murri, o anchhe da aree limitrofe come l'arcoveggio: e questo perché c’è davvero voglia di fare e di cambiare le cose. È bello vedere questo, fa venir voglia di tornare a far politica e spero che tanti altri inizieranno a pensarla come noi.

Ci aspetta subito la sfida della campagna elettorale: e noi abbiamo risposto con tutta una serie di iniziative tra le quali spiccano ben 5 banchetti e la magica serata del 15 Marzo.

E non ci fermeremo qua. Dal 16 Marzo dovremo ingegnarci per un’iniziativa conclusiva della campagna elettorale. Credo però che se possiamo lavorare con questa autonomia e questa forza, molti meriti vadano ascritti alle disponibilità del nostro circolo di Corticella, al suo segretario, alla segreteria e a tutto il comitato: senza le risorse umane ed economiche messe a nostra disposizione ciò non sarebbe mai stato possibile. Cercheremo quindi di meritare questi sforzi e cercheremo anche di conquistare la fiducia di tutti quegli elettori, giovani ma non solo, che oggi non si riconoscono ancora nel Partito Democratico, ma non solo perché lo votino, bensì perché possano condividere insieme a noi il progetto di cambiare le cose.

Mi sono un po’ dilungato ma ritenevo necessario farlo. Dobbiamo infatti dire, dire e dire ancora. Ma soprattutto, e qui chiudo, dobbiamo ascoltare, ascoltare ancora ascoltare.

Le incazzature della gente, così come i complimenti, il sostegno così come le accuse e le critiche: quando si innesca un meccanismo di innovazione si vanno provocare tutta una serie di reazione che non sempre sono positive. È il rischio dell’innovazione. È la scommessa del cambiamento. Una scommessa da vincere. E noi la vinceremo.

Lavorando casa per casa, strada per strada.

luk

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